m. k. gandhi [1869-1948]

artista per una notte

Sono passate davvero poche ore ma l’emozione ancora non si placa. Una serata davvero indimenticabile. E’ successo ieri, sabato sera a Grisignano di Zocco (Vi). Da qualche tempo, come ho già anticipato in alcuni post passati, ho intrapreso la fantastica avventura di accompagnare con le mie selezioni musicali serate di Tango in diverse milonghe. Ieri però la serata è stata davvero speciale: un evento organizzato in collaborazione con gli amici dell’associazione de iGattango e il TangoSpriz. Un “esperienza realmente porteña”… recitava il volantino, con la presenza dell’Orchestra Tango Spleen di Mariano Speranza e dei maestri argentini Walter Cardoso e Margarita Klurfan.
La serata inizia presto, alle 18.30 siamo già sul posto. Incontriamo l’orchestra, dei ragazzi giovani subito sorridenti ed alla mano. Senza esitare, in compagnia dell’efficiente organizzazione de iGattango, iniziamo a smontare, spostare, rimontare tavoli sedie, tovaglie… tutti insieme.
Cascina 26
Più che una serata di tango sembra la preparazione per un immenso trasloco. Nel frattempo l’orchestra inizia a montare l’impianto di amplificazione, si sentono le prime note. Io li osservo timidamente, emanano un’energia che al momento non riesco a decifrare. Questa sera dovrò essere il loro “trampolino”: …sì, inizieranno a suonare dopo le mie prime tande e questo, vi garantisco, non mi tranquillizza per nulla. Ma per il tango sono davvero disposto a tutto. Colgo in loro, in Mariano in particolare, una sensibilità artistica che non ho mai vissuto così “gomito a gomito”; è attento ad ogni dettaglio, ad ogni sfumatura. Provano e riprovano gli strumenti. Poi decidono di provare un brano intero. Vengo travolto da un’emozione che non avevo mai provato… le note si susseguono con una naturalezza che purtroppo i dischi ed i cd non riescono a dare.
Terminate le prove iniziano ad arrivare i primi ospiti che parteciperanno allo stage in preserata. Arrivano poi Walter e Margarita accompagnati come sempre dal quel sorriso che è sempre molto rassicurante. Bisogna ancora decidere la scaletta della serata; in pochissime battute mi accordo con Mariano, Walter e Roselda. Tutto è deciso, sarò io ad iniziare la serata con le mie tande per poi passare in diversi momenti la parola all’orchestra.
Terminato lo stage, è giunta l’ora del musicalizador. Io ho già in mente la mia serata, ma non sarà semplice essere un misurato “gregario” a degli artisti simili.
Un grande respiro e si parte… questa sera ho scelto come tema delle cortinas i Beatles. La sala è già piena e i ballerini aspettano la mia musica per iniziare la ronda. Propongo subito l’orchestra del maestro Roberto Firpo, che con le sue sonorità classiche coinvolge subito i presenti.
L’emozione sale perché ormai sono consapevole che il mio ruolo della serata non sarà, come immaginavo, di semplice gregario. La sala inizia ad emozionarsi… tanda dopo tanda la tensione sale, fino a quando entrano i vari componenti dell’orchestra. Prendono posto, accordano gli strumenti ed iniziano a suonare. Da questo momento mi sento completamente coinvolto dalla musica. Sarebbe più corretto definirmi “travolto”. Sono davvero straordinari. Emanano un’energia che non ho mai provato.. sono di fianco a me… io sono a pochi centimetri e percepisco ogni loro sguardo, ogni segnale… hanno davvero un’intesa straordinaria. Caricano la sala con una maestria che appartiene solo ai grandi artisti, e io ora sono lì con loro. Un’emozione incredibile, e come se non bastasse, ad un certo punto Mariano mi dedica un brano. Io non so che faccia fare, non mi era mai successo. Ma questo mi da una carica che sarà fondamentale per il resto della serata.
Terminata la loro “prima parte”, rientro io con le mie tandas. Ora sarà difficilissimo mantenere alta la tensione. Entrare con la “musica del computer” dopo un’esibizione dal vivo non sarà semplice, ma mi faccio coraggio e ripropongo le mie selezioni: la pista non si svuota e questo mi da ulteriore conforto.
Manca ormai poco al momento culminante della serata: l’esibizione di Walter e Margarita sui brani suonati dal vivo dai Tango Spleen.
E’ il turno di Roselda de iGattango che presenta Mariano Speranza e la sua orchestra. Vengono presentati anche Walter e Margarita. L’emozione cresce perché questi due grandissimi professionisti sono per me oltre che “i miei maestri” , anche dei grandi amici.
Partono le prime note. Si susseguono i tanghi e Walter accompagna Margarita in interpretazioni straordinarie. Una tecnica davvero “imbarazzante” che si fonde con un’armonia che non ha precedenti. I loro sguardi si scambiano di continuo cenni d’intesa che vanno oltre la tecnica… e la loro emozione diventa la nostra emozione. Gli applausi si susseguono sino al boato finale al termine dell’esibizione. L’orchestra ha suonato in maniera magistrale e Walter e Margarita hanno dato un’interpretazione che è giunta dritta al cuore.
Terminata l’esibizione e dopo interminabili minuti di applausi, che danno il giusto premio a tutti gli artisti, l’orchestra riprende la seconda parte del repertorio ed io nuovamente al loro fianco cerco di assimilare quanta più energia da dedicare alla parte finale della serata.
E’ l’una passata quando riprendo in mano ”lo scettro della musica”, ed anche se ora la serata volge al termine, continuo a selezionare con attenzione i brani di questa parte di milonga.
Alle tre in punto la serata si conclude con la classica Cumparsita da me proposta nella versione dell’orchestra Vale Tango.
Termina così un’esperienza straordinaria al fianco di due grandi ballerini e grandi amici Walter e Margarita… un’esperienza voluta e organizzata con tutto il gruppo de iGattango e degli amici del TangoSpritz… un’esperienza “gomito a gomito” con la strepitosa orchestra Tango Spleen di Mariano Speranza che in una sola serata mi ha trasmesso tanta “cultura porteña” che custodirò nel cuore e spero riuscirò a trasmettere nelle mie prossime serate… un’esperienza che mi ha davvero fatto vivere un sogno, quello di essere stato, con tutti loro… “artista per una notte”.

news 01.2013

finalmente... un aggiornamento

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Quasi due anni dall’ultimo post. Sono successe così tante cose dall’ottobre 2010 che descriverle in un unico articolo sembra quasi impossibile. Mi riprometto di farlo quanto prima sperando di ritrovare un pò di tranquillità, cercando di ricavarmi un pò di spazio dalla frenesia di tutti i giorni.
La novità più grande si riferisce all’attività professionale. Dal 1° Gennaio di quest’anno mi sono trasferito di sede aggregandomi ad un amico ingegnere per creare un nuovo studio di Progettazione Integrata: FAREPROGETTI.
La struttura nasce con l’obiettivo di garantire al cliente un’assistenza a 360° in tutto il campo della progettazione. Su questo argomento avrò modo di entrare nello specifico con un post dedicato nei prossimi giorni.
Altra novità che è partita proprio nell’autunno 2010 è legata alla mia attività sportiva. Dopo diversi infortuni ho preferito non sollecitare ulteriormente il mio ormai provato fisico da “ex-atleta”, dedicandomi all’insegnamento: da ormai due anni mi dedico all’insegnamento della sciabola agli atleti più maturi. Il Petrarca Scherma, come ormai molte altre società schermistiche, da diversi anni ha aperto al suo interno una sezione dedicata all’attività “master” che comprende atleti adulti a partire dai trent’anni. Quest’attività mi riempie di soddisfazioni non solo legate ai risultati degli atleti, ma anche e sopratutto alla possibilità di rimanere in un mondo che mi ha sempre accompagnato sin dall’età di nove anni.
Ultima novità riguarda il tango, passione recente ma esperienza veramente “sconvolgente”. Qui le novità sarebbero davvero tante ed anche in questo caso cercherò di essere più preciso con un articolo dedicato. Di bello e nuovo c’è sicuramente la possibilità di accompagnare gli amici tangueri con le mie selezioni musicali.
Poi, come sempre, fan di Apple anche dopo la scomparsa del mitico Steve Jobs; invariata anche la passione per i fumetti dove anche lì è venuto purtroppo a mancare il grande Sergio Bonelli.

news 01.2012
  • nella pagina contatto ho inserito i nuovi recapiti dello studio FAREPROGETTI dove ora svolgo la mia attività professionale.

semplificazioni amministrative

Come ormai molti sapranno (“addetti ai lavori” ovviamente compresi...) e come ormai riportato quotidianamente in tutti i siti di settore, il Decreto Legge 78/2010 sulla Manovra Economica è stato convertito nella Legge n.122 del 30.7.2010 (G.U. 30.7.2010 Supplemento ordinario n. 174). Nella prima stesura del testo di legge non c'era l’ormai famosa S.C.I.A.. Questa è stata inserita durante l'iter di approvazione in Parlamento, con un maxi-emendamento che, all’Art. 49, introduce la Segnalazione Certificata d’Inizio Attività (S.C.I.A.), modificando l’Art. 19 della Legge 241/1990 sulla Trasparenza Amministrativa. Con ciò di conseguenza la S.C.I.A. sostituisce la D.I.A. in tutte le norme nazionali e regionali nelle quali risulta citata.
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Quindi, di conseguenza, la D.I.A. viene del tutto annullata. Quanto vi ho raccontato sino ad ora non vuole essere l’inizio di un “manuale” per i colleghi, ne tantomeno per i clienti che da questa nuova normativa “guadagnano” i 30 giorni di attesa che prevedeva l’ormai “defunta” Denuncia di Inizio Attività (D.I.A.).
Ho deciso di postare questo racconto per condividere con la rete le complicanze burocratiche di fronte alle quali ci si trova nel periodo di transizione tra un nuovo atto amministrativo ed un’altro che, di prassi, ne dovrebbe
“semplificare” la procedure. Il termine semplificazione è ormai un elemento ricorrente in tutti i programmi di tutti i partiti di tutte le elezioni: cercherò ora di descrivere a quale semplificazione si è giunto nei gironi scorsi in un comune della Provincia di Padova.
Pochi giorni prima dei “chiarimenti” forniti dal Governo per una migliore applicabilità della nuova normativa (
S.C.I.A.), mi accingevo a completare un progetto a dir poco semplice, per l’allargamento di una porta di accesso con la relativa riduzione delle spallette laterali. Niente di più facile. Ma visto il “periodo critico” decido di interpellare il tecnico prima della presentazione: ”... al momento non se ne sa ancora nulla, presenta pure la D.I.A. ...” . Ogni tecnico, in fiducia, avrebbe preparato una D.I.A., con relativa documentazione... ed io sono un “tecnico che si fida”. Una settimana dopo (per la precisione 4 giorni dopo), mi ripresento nuovamente presso l’Ufficio Tecnico per il protocollo ma il precedente tecnico risulta in malattia e dopo una lunga coda riesco a parlare con il suo collega: ”...eh no, ora la D.I.A. non esiste più, devi protocollare una S.C.I.A., vai pure nell’altro ufficio, ritiri i moduli nuovi, li ri-compili, li fai ri-firmare e protocolli il tutto ...”.
Diligentemente passo all’altro ufficio: “... eh no, i modelli non ci sono ancora, mi dispiace la S.C.I.A. non si può presentare, torni dal tecnico e chieda chiarimenti...”. Torno dal tecnico: “... chiedo scusa - sempre molto educatamente - ma guarda che nell’ufficio preposto mi hanno comunicato che non sono pronti i modelli per la presentazione, ... se posso permettermi, predisporrei io un modello per la “domanda” così semplifichiamo le cose...?”. “Certo, certo, magari utilizza quello di un’altro Comune e cambi solo l’intestazione”. Bene, visto che però la prudenza non è mai troppa mi reco nuovamente all’ufficio protocollo: “... no guardi è inutile, non avendo predisposto i modelli prestampati, il sistema informatico interno non accetterebbe la domanda, l’unica è protocollare la D.I.A. ...”.
PROTOCOLLARE O NON PROTOCOLLARE, QUESTO E’ IL DILEMMA...?
Incrocio, “
diligentemente”, il tecnico in corridoio e riporto le ultime informazioni: “... va beh, a questo punto protocolla la D.I.A., però ora l’ufficio è chiuso (erano già passate due ore... e si avvicinava l’ora di pranzo) e non ho con me i timbri, protocolla e poi si vede...”
Non credo necessiti alcun commento, anche se ho cercato sia nella vecchia che nella nuova normativa l’articolo di legge per cui
“... INTANTO SI PROTOCOLLA, POI SI VEDE...”, ma non l’ho trovato.
Strano eppure questa l’avevo già sentita....

news 03.2010
  • nella pagina delle foto, al link scherma vintage, ho inserito, dopo le infinite peripezie ed acciacchi della passata stagione agonistica, una nuova foto che indica chiaramente quale sarà la nuova era.

un lampo in milonga

23 settembre 2009: sei mesi e mezzo di assiduo “lavoro da principiante” e felice di immedesimarmi in questo appellativo. La data corrisponde alla prima Lezione di Tango, quella in cui i maestri (Walter y Margarita) senza sapere mi hanno (...ci hanno) trascinato e “coinvolto” in questo splendido mondo fatto di sonorità e lenti movimenti, scanditi da ritmi precisi, ma allo stesso tempo libero da vincoli prestabiliti... Una delle prime frasi che mi colpirono fu appunto: “...il Tango è improvvisazione...”. Un concetto strepitoso, ma visto dalla parte dei principianti di non facile applicazione... I mesi passano e “nuovi passi” si susseguono... dell’improvvisazione e della sensualità purtroppo ancora “nulla”. La fiducia però non manca, la fiducia in due artisti (non trovo altri termini per definirli) che a lezione volteggiano davanti ai nostri occhi in “totale assenza di gravità”...
profilo
Ho trovato estremamente simpatica, in una rivista di tango, una battuta ironica sulle riflessioni dei principianti: “Ballare con le nostre compagne principianti all’inizio era come spostare un frigorifero, ora invece che hanno un pò imparato fanno come i carrelli della spesa difettosi: tu li spingi da una parte e loro vanno un pò dove cavolo gli pare...” (G. Cuzzocrea). Ecco questa può esser la sintesi del sentirsi principianti...
Succede però che ad un certo punto il cerchio si chiude. La scorsa settimana, entrando in milonga ho percepito una strana sensazione estremamente piacevole: sono passato dal “sentire semplicemente la musica” ad “ascoltarla”. I miei movimenti, sino a quel momento “meccanici e ripetitivi”, si sono trasformati. Mi raccomando, non voglio definirmi un ballerino tanguero, credo sarebbe troppo, ma certo è che ora i passi si susseguono quasi da soli a ritmo di musica: dall’impegno di non “pestare i piedi” alla sfortunata dama, ora sono entrato in una fase di piacere e divertimento che finalmente mi consente di “ascoltare” veramente le splendide sonorità del tango. Una fortissima emozione, un vero e proprio “lampo in milonga”...

“Come una lucertola è il riassunto di un coccodrillo, così il tango è il riassunto di una vita ”
[Paolo Conte]

news 02.2010
  • nella categoria passioni, una nuova pagina dedicata all’ “ultima arrivata”... la passione per il “Tango Argentino”

in pensione

meleOLD
Sembra ormai passata una vita dallo “start up” di giugno. Sono successe così tante cose che sembra impossibile siano avvenute in soli dieci mesi. Tante le novità ed i cambiamenti in questo periodo, ed ora non poteva che accadere anche al sito. Ho deciso di mandare in “pensione anticipata” l’ormai storica home page, della quale vedete qui riportata la prima immagine che accompagnava l’apertura del sito. Nel tempo mi hanno chiesto in molti il perché di questa immagine con le mele gialle: giunti alla “pensione”, svelerò l’arcano (anche se di arcano ha molto poco...). Le mele sono un vago (mal celato peraltro...) riferimento al mio smisurato amore per l’informatica Made in Cupertino (California), dove le mele, ed in particolare “la mela morsicata”, la fanno da padrone. Il giallo poi, è il mio colore preferito, anche se dicono sia “il colore dei pazzi”. Ora che sto invece “virando” le mie preferenze cromatiche verso tonalità vicine al tramonto (il rosso per capirci...) mi auguro di non perdere quella “leggera follia” che mi ha sempre accompagnato fino alla cima delle ormai varcate quaranta primavere.
Ho pensato pertanto, di dare al sito un taglio più vicino ai tradizionali blog, dove postare nuove informazioni legate come sempre sia alle esperienze professionali che a quelle personali. Le passioni inoltre crescono e maturano: ritengo un blog possa essere la maniera più immediata per “urlarle” e condividerle con gli altri, “liberandomi” verso l’universo della rete.

news 01.2010
  • nella pagina delle foto, al link auguri, è stato inserito il nuovo biglietto d’auguri per il Natale 2009, dove, con l’amico Andrea, abbiamo ironizzato sulla Bioedilizia.

la mela morsicata

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“...Il primo amore non si scorda mai...” Così recita un famoso proverbio ed io, per non smentirlo, ho deciso di partire proprio da lì. Partire in una nuova avventura legata al mondo della mitica “mela morsicata” di Cupertino, in California. Il collezionista, almeno secondo il mio modesto parere, ha come obiettivo principale quello di “conservare con cura” oggetti legati a personali passioni. Quale miglior occasione per realizzare una collezione informatica rigorosamente Apple? Ho sempre cercato un “punto di partenza”, e finalmente oggi l’ho trovato: si chiama iBook G3 Clamshell BlueBerry (ribattezzato TigerJack), il mio primo Laptop Mac del 2000! Trovarlo è stato relativamente semplice navigando nel mondo eBay, acquistarlo ancora di più in quanto questi modelli, ormai “tecnologicamente obsoleti” sono facilmente acquistabili per poche decine di euro. Detto ciò, dopo il primo passo, bisognava cercare qualcosa di più “storico”: ed ecco trovato un mitico PowerBook 5300c del 1995 (KitKarson), perfettamente funzionante con tanto di mouse-vintage e System 7.5, straordinario! A questi recenti acquisti, si aggiunge il già “presente” iMac 20” (AquilaDellaNotte) che mi accompagna nella vita professionale dal 2007. Lo “stoico” PowerBook G4 Titanium del 2002 (MartinMystere) che, nonostante il monitor decisamente compromesso, continua a funzionare “retto da una molletta fermacarte”.
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Ultimo, ma solo in ordine temporale, il più recente MacBook 13” (MagicoVento) fedele compagno da ormai quasi più di un anno. In verità però l’ultimo dispositivo Apple “entrato in scuderia” è l’amato-odiato iPhone 3GS (VoltoNascosto): “all in one” lo definirei, un cellulare che non è un cellulare, ma un vero e proprio computer “super portatile”. Alle volte mi chiedo: “...ma prima, come facevo a vivere senza?...”.
“Morsicate gente, morsicate...!!!”

news 02.2009

summer on the road

Non avrei mai pensato, i primi giorni di agosto, che alla fine dell’estate il contachilometri (o meglio il “conta-miglia”) avrebbe segnato ben 3.139 km. in più. Onestamente l’idea era di partire un pò all’avventura da Padova e raggiungere “parenti ed amici” in giro per l’Italia... Sicuramente il mezzo (la mia mitica Yamaha XT 500 del 1980) non è dei più comodi, ma sicuramente dei più afidabili... Una moto “cruda” ma allo stesso tempo fedele compagna anche nei momenti di maggior difficoltà, come quando, al rientro dalla Campania, la stanchezza mi faceva rifornire di diesel il piccolo serbatoio della “nipponica enduro”: poco male, svuotato il serbatoio, riempito di benzina e via..., un’unica “tirata” Cassino-Padova, dove gli ultimi 650 km. dell’estate sono stati i più duri fisicamente (...per la stanchezza) ma anche i più malinconici (...per la fine delle vacanze). Un lungo viaggio lungo l’italica penisola partito con la 1^ Tappa Padova-Monti Berici-Padova.
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2^ Tappa Padova-Brennero-Dolomiti-Padova: non la più lunga ma sicuramente la più intensa con percorso misto attraverso i passi dolomitici. 3^ Tappa Padova-Matera con “sosta-tecnica” a Roma all’ombra “der cupolone”, avvolto dal fascino e dalla magia di Piazza San Pietro. Quindi diverse divagazioni sul tema con momenti di relax sulla sabbia Lucana di Metaponto. 4^ Tappa Matera-Lanciano per “festeggiare” amici abruzzesi. 5^ Tappa Lanciano-Formia con la splendida “scoperta” di una parte del Lazio meridionale che vede in Gaeta l’apice della sua bellezza. 6^ Tappa Formia-Padova con la “mitica” che nonostante il mio “tentativo di avvelenamento” con combustibile diesel, mi ha ricondotto alle pendici dei Colli Euganei senza batter ciglio. Una bella avventura che mi mancava da anni e che mi ha riportato alla mente il mio universitario spirito da “easy rider”

il mio papà é un soldato

“Il mio papà è un soldato... e quando arriva il tuo, il mio ordina ai suoi carriarmati di sparare... e così vince”...
Quante volte da bambino ho ripetuto questa frase. Quanti bambini hanno un papà che “può chiamare i carriarmati ?”... Ma se anche qualche amichetto aveva il papà soldato, il mio aveva sempre il grado più alto. Ricordo a Colle Isarco, al Soggiorno Montano, quando lì tutti bambini avevano il papà soldato, il mio era sempre il “più importante“ perché aveva anche fatto la II° Guerra Mondiale. Il mio papà aveva combattuto la II° Guerra Mondiale contro “i tedeschi cattivi”.
Vittorio
Io, piccolo e curioso gli chiedevo sempre di raccontarmi episodi di guerra: “Ma tu hai mai ucciso un tedesco...cattivo?”... “No, io non ho mai ucciso nessuno..”. Era obiettivamente difficile da credere, soprattutto per il fatto che “gli ordini superiori dal comando” dicevano che “non dovevano essere fatti prigionieri”. Io credevo al mio papà... gli credo tuttora... perché lui era ed è il mio eroe.
“Vedi, Stefano, anche se purtroppo è stato necessario, la guerra è una cosa brutta... e non va fatta...!”. Ecco, questo è il mio papà... e questo è sempre quello che mi ha insegnato...!
Alcuni anni fa, mi trovavo ad una “conferenza pacifista” in occasione di un campo di lavoro con gli Universitari Costruttori in provincia di Bologna. Il relatore, un sacerdote “simil-pacifista” e “vagamente fazioso”, parlando degli Stati Uniti e dell’allora Presidente Bush “padre”, si lasciò scappare: “...vedete, tutti i soldati vogliono solo la guerra,... è il loro lavoro e non vedono l’ora di combattere...” Come un toro nell’arena iniziai a sudare. Cosa?, ma se il mio papà che è un soldato dice che la guerra è sbagliata?... Mi calmo, cerco di riorganizzare le idee e chiedo la parola: “...Carissimo Don (...), non si permetta, e lo ripeto, non si permetta di generalizzare...!!! Non si permetta di offendere tutti quei soldati che hanno perso la vita per fare vivere a lei ed a noi tutti qui presenti la libertà di cui godiamo oggi...! Mio padre è un Ufficiale dell’Esercito ed ha combattuto nella II° Guerra Mondiale per consentire a lei di vivere da uomo libero...!”. Il sacerdote ovviamente cercò di corregersi... ma comunque non fece una bella figura...
Ecco, chi era con me in chiesa questa mattina, ha capito cosa volevo dire quando, descrivendo la carriera del mio papà, ho voluto conludere con un pensiero dedicato a noi “uomini liberi!”...
Perché... “Il mio papà è un soldato... e ama la pace !!!!”

emozioni capitoline

Dopo un’estenuante “maratona schermistica” romana per i Campionati Italiani Master, la “carovana petrarchina” supera la barriera autostradale di Padova Sud alle 3.00 di domenica mattina. Una giornata ricca di eventi e di medaglie al collo degli stremati atleti bianconeri. Straordinari i risultati per i neofiti e conferme per i più “navigati” atleti di ormai storica appartenenza petrarchina. Ma in realtà le emozioni più belle sono arrivate, come sempre inaspettate, in situazioni non legate al risultato sportivo.
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Nell’ultimo match contro Pisa, decisivo per conquistare la seconda vittoria del girone, sto conducendo l’incontro con l’amico Di Ciolo. Ormai la pedana “sta finendo” e con quasi un piede fuori “decido” di eseguire l’azione che per anni mi ha fatto compagnia in tante competizioni:...”mezzo passo indietro, finta di uscita in tempo... e presa di ferro e botta”, lama della sciabola sul petto di Alessandro che accende la luce verde. La stanchezza ormai sta prendendo il sopravvento, ed un urlo quasi disumano esce come una liberazione. Il match va sul 4 a 1 e termina 5 a 1. Grande soddisfazione per la vittoria nel girone, ma maggiore è quella che segue: terminato l’assalto mi accorgo che ha osservato l’incontro il Maestro Chicca, grande atleta della Nazionale Azzurra di Sciabola degli anni ’60 e “mio” accompagnatore alle gare di Coppa del Mondo Under 20 negli anni ’80. Completamente sfinito, mi piego per raccogliere la seconda sciabola a fondo pedana ed incrocio il suo sguardo: “...quella si che è una presa di ferro, “oggi” non usano più farla; davvero una spettacolare presa di ferro e botta”.
Nella gara individuale, perso l’incontro di semifinale che mi impedisce di poter contendere il titolo tricolore nella finale per il primo e secondo posto, mi avvicino alla sacca delle armi.
Dopo aver lanciato la sciabola e gettato a terra la maschera con stizza, mi impegno a ricomporre tutto il materiale ormai non più necessario vista la sconfitta appena subita. Mentre sono chinato per riporre le armi nella sacca, una mano si appoggia alla mia spalla. Mi giro. Dietro di me un bambino del Club Scherma Roma (lo deduco dalla maglietta con lo scudetto della società), non più altro di un metro e venti che mi sorride: “...comunque, complimenti...!!”. Non ha sicuramente più di dieci anni, ma ha sicuramente percepito la delusione per la sconfitta appena ricevuta. Ancora ora non riesco a spiegare l’emozione che ho provato per il complimento ricevuto dal piccolo atleta capitolino: con una frase ha ripagato tutta la fatica consumata in un anno di allenamenti “contornati” da diversi “fastidiosi infortuni”, dando oltretutto maggior peso ad una Medaglia di Bronzo, sulla quale ad inizio stagione avrei messo la firma.
Ultima “emozione”, ma non meno importante c’è stata quando, alla fine della gara ho incrociato Sabrina e Teresa (rivelazioni Master della stagione agonistica appena trascorsa) che, dopo la doccia, in “abiti civili”, continuavano ad indossare la loro Medaglia di Bronzo vinta in mattinata.
Un’immagine che mi ha riportato indietro di trent’anni. Stessa cosa era successa al mio primo Gran Premio Giovanissimi di Roma. Il mio primo grande amico petrarchino, Sandro Turcato, aveva perso il titolo tricolore di un soffio con il foggiano Valerio Veccia. Terminata la gara Sandro ha fatto tutto il viaggio in treno, Roma-Padova, con la medaglia al collo e la coppa in mano. Un’immagine tenerissima quella di ieri che mi ha riportato alla memoria Sandrino, un grande amico purtroppo scomparso prematuramente.

news 01.2009
  • Novità nella pagina foto: on riferimento ai Campionati Italiani Master, ho inserito una nuova foto della premiazione, nella quale condivido il terzo posto del podio con l’amico Pippo Carlucci.

start up

Confesso, non avrei mai pensato di riuscire a realizzare un sito web. Ebbene sì, quanto state vedendo l’ha realizzato il sottoscritto nei ritagli di tempo la sera , nei week-end, nelle pause pranzo. Grande emozione sicuramente, ma soprattutto grande scoperta. Scoperta del mondo della rete, ma questa volta dall’ “interno”. Sono passati ormai più di quattro mesi da quando ho iniziato la lavorazione del sito, ed oggi, finalmente lo trovate in rete.
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Se avete già iniziato a navigare all’interno, vi sarete accorti che buona parte delle informazioni trattano del mio lavoro. Non ho voluto però dare solo un taglio professionale, ma anche fornire informazioni su come si svolge la mia quotidianità al di fuori del lavoro. Delle volte mi sembra che 24 ore siano poche per le tante cose che vorrei fare, e che ora “potrei pubblicare”.
In un periodo in cui imperversa “FacciaLibro” (FaceBook ndr), un momento in cui se non hai il tuo spazio sui social-network non “sei nessuno”, la scelta di essere in rete con un sito personale la ritengo più vicina alle mie caratteristiche. Non ultima, come già detto, la necessità di fornire anche informazioni di tipo professionale.
Sono complessivamente soddisfatto di questo “start-up”: sicuramente da oggi parte una “nuova avventura”. Non ho mai disdegnato le sfide, soprattutto quando mi mettono alla prova, e credo che questa sarà sicuramente una prova impegnativa. Su cosa poi inserirò in futuro, ancora non lo so, ma il bello, credo, sia proprio questo.
“Navigate gente, navigate”